VERBANIA - 29-07-2022 - Oggi, 29 luglio, la Chiesa celebra Santa Marta, sorella di Lazzaro, amica di Gesù. Domani, sabato 30, alle 18, per l'occasione don Costantino Manea, parroco di San Vittore, dirà messa nella piccola chiesa di Intra, quella dedicata alla santa e incastonata tra i vicoli della città vecchia. Chiesina nascosta alla vista ma mai cancellata dalla memoria degli intresi, tantomeno dalla memoria di chi quel luogo cura con passione, da anni, come il Comitato pro restauri. E così in questo anno di quasi post pandemia, dopo il forzato stop il Comitato ha fatto ritornare anche la musica in Santa Marta, con i concerti Ciani (il 12 agosto l'ultimo appuntamento della stagione) e con dei momenti speciali, come il concerto del trio Atlantis (foto), che l'altra sera ha raccolto il tutto esaurito e l'entusiasmo del pubblico sposando sitar e pianoforte, la tradizione indiana con la più classica delle impostazioni occidentali. Un successo insomma, a ricordare che anche la cultura ha il suo pubblico e che dunque la chiesina intrese in questo senso ha molto da dire. Chiesa che, va ricordato, non è sconsacrata. Insomma, resta un luogo sacro, non è una sala da concerti. E questo "dettaglio" il Comitato non l'ha mai dimenticato, anche se le messe che vi si celebrano non sono più di due l'anno: una per la patrona e l'altra intorno all'autunno. Ma la priorità dei volontari "pro restauri", come nome illustra con chiarezza, resta la salvezza della cinquecentesca Santa Marta dagli insulti del tempo e dai vandali che negli anni si sono accaniti sulle facciate. La priorità sono quei lavori che anno dopo anno, passo dopo passo, hanno sottratto la chiesa dal degrado e salvata dalla fine, ma che non l'hanno ancora completamente recuperata.
Uno storico componente del Comitato, l'architetto Emilio Sironi fa due conti. "Negli ultimi 12 anni - spiega - sono stati spesi circa 700mila euro per i restauri, il rifacimento del tetto, per due volte, è stato l'intervento già costoso. C'è da dire che il Comune di Verbania ci ha dato una mano ed anche la cassa di risparmio di Torino, tuttavia di soldi ne servono ancora tanti per portare a compimento i restauri". L'obiettivo prossimo venturo e ambizioso: rifare la cappella della Deposizione, sulla sinistra della navata. Si tratta di una cappella pregevole ma assai malmessa, e proprio il suo stato serve a ricordare come sino a qualche hanno fa tutta la chiesa versasse in eguali condizioni.
La cappella è delimitata da una balaustra di marmi policromi che richiamano simboli della Passione di Cristo mentre la nicchia posta sul fondo ospitava il pregevole gruppo ligneo della Pietà, trasferito in San Vittore ed attualmente in restauro perchè attaccato dai tarli.
Per restaurare la cappella serve una cura intorno ai 170mila euro "Certo sono tanti - chiosa Sironi - vuole dire che se non riusciremo a raccoglierli ci rivolgeremo a qualche intervento minore". Da fare c'è ancora tanto anche lavori importanti, come sistemare l’esterno o la settecentesca cantoria. Tanti lavori, ancora tanta musica, per finanziare i lavori.
Antonella Durazzo